Mille anni al mondo mille ancora /
che bell'inganno sei anima mia /
e che bello il mio tempo che bella compagnia /
[...]
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve /
mi sono visto che ridevo /
mi sono visto di spalle che partivo /
ti saluto dai paesi di domani
martedì, dicembre 28, 2010
giovedì, dicembre 23, 2010
mercoledì, dicembre 01, 2010
Stanotte ti ho sognata, maledizione. Non pensavo potesse accadere, in realtà, considerato che la mia attività cerebrale notturna é quella più stupida di ricarica batterie. Eppure é successo. E devo trovare il momento adatto e la forza per dirti ciò che mi frulla nel cervello prima che sia troppo tardi. Dannatissima. Gatta. Delle nevi.
Italiano tra gli italiani. Straniero tra stranieri. Fuori casa, nell'aria, note di luoghi lontani, melodie orientali che si intrecciano al respiro della città.
Si chiama Muhammad Imran.
Viene da lontano. Da posti remoti, dove vivere ha significato completamente diverso a come lo si intende normalmente. Sempre che esista una normalità in questo mondo.
Cammina, Muhammad, cammina tanto: otto chilometri al giorno tra andare e venire, sempre senza lamentarsi. Mai una parola.
Qualsiasi cosa per fuggire da quel sibilo.
Le bombe sono come il buio quando ti prende da piccolo. La paura ti rimane cucita addosso per sempre.
Si chiama Muhammad Imran.
Viene da lontano. Da posti remoti, dove vivere ha significato completamente diverso a come lo si intende normalmente. Sempre che esista una normalità in questo mondo.
Cammina, Muhammad, cammina tanto: otto chilometri al giorno tra andare e venire, sempre senza lamentarsi. Mai una parola.
Qualsiasi cosa per fuggire da quel sibilo.
Le bombe sono come il buio quando ti prende da piccolo. La paura ti rimane cucita addosso per sempre.
domenica, novembre 21, 2010
domenica, novembre 07, 2010
martedì, novembre 02, 2010
giovedì, ottobre 14, 2010
lunedì, ottobre 11, 2010
domenica, ottobre 10, 2010
Che giorno è?
è un giorno che mi affronta e che mi vince
Io vedo te
nel sangue, nel fiume, nel corpo
Nel fiume, nel corpo, mi perdo
e ti ottengo
Nel fiume, nel corpo, mi perdo
e ti ottengo
Che giorno è?
è un giorno che mi invita e poi mi lascia
Io vivo in te
nel sangue, nel fiume, nel corpo
Nel fiume, nel corpo, mi perdo
e ti ottengo
Nel fiume, nel corpo, mi perdo
e ti ottengo
giovedì, ottobre 07, 2010
lunedì, ottobre 04, 2010
La mia vita è come un treno. Una vecchia, maestosa, sbuffante locomotiva a vapore.
È come un treno, però senza destinazione, e capace solo di andare avanti.
Nel viaggio, tante stazioni. Alcune lontane, altre vicinissime. Alcune in pianura, facili da raggiungere, e altre in montagna, sotto la neve o nella bufera. Alcune carine, altre di quelle che non ti fermeresti neanche un secondo. E poche, pochissime, sono quelle che non lasceresti mai. Ma devi.
Nel convoglio ci sono diverse carrozze. E su quelle carrozze c'è o ci è passata tutta la gente che conosco. In fondo il vagone "lavoro"', poi quello "conoscenti", e subito dopo i "parenti". Più avanti, più piccolo, quello degli "amici". Capita spesso che le persone si trasferiscano da un vagone all'altro. Di solito c'è più movimento nel fondo, c'è molto meno controllo. Attaccato alla locomotiva ce n'è uno minuscolo, con mamma, papà e Davide.
Io sto alla guida, a spalare carbone per la caldaia.
Accanto a me, adesso c'è un posto vuoto.
È quello dell'altro macchinista. È un posto importante, certamente. Un posto dedicato a chi aveva deciso di comune accordo di saltare sullo stesso binario, con la propria locomotiva, i propri vagoni, i propri passeggeri; e unire il tutto, per vedere di raggiungere mete comuni, migliorare il percorso e sforzarsi di meno. O più semplicemente aiutarsi, tenerle in corsa quelle due locomotive, lucidarle per bene. Amarsi.
È un guaio, non puoi pensare che qualsiasi locomotiva possa andare bene. C'è quella più veloce, quella più bella, quella sgangherata, quella che non riesce a tenere il passo... Non è che dalla mattina alla sera ti ritrovi il modello compatibile con la tua. Quando e se ti capita ringrazi il cielo. Ogni tanto sferragliano, gli dai pressione, calore, e si risistemano.
Anche se non ti aspetti che al primo strattone si scassi il gancio, in verità.
Continuo a spalare carbone.
È come un treno, però senza destinazione, e capace solo di andare avanti.
Nel viaggio, tante stazioni. Alcune lontane, altre vicinissime. Alcune in pianura, facili da raggiungere, e altre in montagna, sotto la neve o nella bufera. Alcune carine, altre di quelle che non ti fermeresti neanche un secondo. E poche, pochissime, sono quelle che non lasceresti mai. Ma devi.
Nel convoglio ci sono diverse carrozze. E su quelle carrozze c'è o ci è passata tutta la gente che conosco. In fondo il vagone "lavoro"', poi quello "conoscenti", e subito dopo i "parenti". Più avanti, più piccolo, quello degli "amici". Capita spesso che le persone si trasferiscano da un vagone all'altro. Di solito c'è più movimento nel fondo, c'è molto meno controllo. Attaccato alla locomotiva ce n'è uno minuscolo, con mamma, papà e Davide.
Io sto alla guida, a spalare carbone per la caldaia.
Accanto a me, adesso c'è un posto vuoto.
È quello dell'altro macchinista. È un posto importante, certamente. Un posto dedicato a chi aveva deciso di comune accordo di saltare sullo stesso binario, con la propria locomotiva, i propri vagoni, i propri passeggeri; e unire il tutto, per vedere di raggiungere mete comuni, migliorare il percorso e sforzarsi di meno. O più semplicemente aiutarsi, tenerle in corsa quelle due locomotive, lucidarle per bene. Amarsi.
È un guaio, non puoi pensare che qualsiasi locomotiva possa andare bene. C'è quella più veloce, quella più bella, quella sgangherata, quella che non riesce a tenere il passo... Non è che dalla mattina alla sera ti ritrovi il modello compatibile con la tua. Quando e se ti capita ringrazi il cielo. Ogni tanto sferragliano, gli dai pressione, calore, e si risistemano.
Anche se non ti aspetti che al primo strattone si scassi il gancio, in verità.
Continuo a spalare carbone.
martedì, settembre 28, 2010
Molte verità separate, non appena sono in numero abbastanza grande, offrono così vivamente allo spirito la loro relazione e la loro reciproca dipendenza, da sembrare che dopo essere state staccate le une dalle altre con una specie di violenza, cerchino naturalmente di riunirsi.
Préface sur l'utilité des mathematiques
lunedì, settembre 27, 2010
domenica, settembre 26, 2010
- Ricordi Carmela? - mi dice, e io per quanto mi sforzi non mi ricordo di una ragazza con quel nome. Poi mi è chiaro.
[...]
Pronunciare la parola amore è imbarazzante. La lingua si ferma, come stanca di fare un percorso noto, che troppe volte è stato fatto e ormai non vuole più rifare. Come un suono troppo conosciuto. Come le cantilene che si pronunciano senza badare al significato. O come le preghiere che possiedono spesso una sacralità che perde ogni contenuto e diviene solo ritualità. C'è un momento, però, in cui una parola insalivata da troppe bocche, manovrata e slabbrata da troppe mani incaute, diventa immacolata. E non si capisce bene il motivo, non si potrebbe ripercorrere al contrario la strada per poterlo rifare. Accade e basta.
Ascoltando Maria sussurrare quel verso, mi sembrò come aver capito ogni cosa finalmente, come se mi avesse dato il più prezioso degli insegnamenti, che ero andato a cercare lontano, nel fondo dei barili di parole, nella metafisiche dei teoremi, e che invece avevo lì, semplice e risolto. Mescolando come i bussolotti nel paniere dei pensieri e degli aforismi avevo cercato risposte che non mi soddisfacevano, che non mi avevano fatto capire niente. E ora ogni volta che non ne ho cognizione, ogni volta che mi manca la definizione, ogni volta che non ne sento il senso finale, ora so bene qual è la verità dell'amore. L'unica che il petto ancora ascolta e capisce: il contrario della morte.
R. Saviano et al., "Sei fuori posto", Einaudi
venerdì, settembre 24, 2010
giovedì, settembre 23, 2010
Don Chisciotte
Il cavaliere dell'eterna gioventù
seguì, verso la cinquantina,
la legge che batteva nel suo cuore.
Partì un bel mattino di luglio
per conquistare il bello, il vero, il giusto.
Davanti a lui c'era il mondo
coi suoi giganti assurdi e abietti
sotto di lui Ronzinante
triste ed eroico.
Lo so
quando si è presi da questa passione
e il cuore ha un peso rispettabile
non c'è niente da fare, Don Chisciotte,
niente da fare
è necessario battersi
contro i mulini a vento.
Hai ragione tu, Dulcinea
è la donna più bella del mondo
certo
bisognava gridarlo in faccia
ai bottegai
certo
dovevano buttartisi addosso
e coprirti di botte
ma tu sei il cavaliere invincibile degli assetati
tu continuerai a vivere come una fiamma
nel tuo pesante guscio di ferro
e Dulcinea
sarà ogni giorno più bella.
Nazim Hikmet
seguì, verso la cinquantina,
la legge che batteva nel suo cuore.
Partì un bel mattino di luglio
per conquistare il bello, il vero, il giusto.
Davanti a lui c'era il mondo
coi suoi giganti assurdi e abietti
sotto di lui Ronzinante
triste ed eroico.
Lo so
quando si è presi da questa passione
e il cuore ha un peso rispettabile
non c'è niente da fare, Don Chisciotte,
niente da fare
è necessario battersi
contro i mulini a vento.
Hai ragione tu, Dulcinea
è la donna più bella del mondo
certo
bisognava gridarlo in faccia
ai bottegai
certo
dovevano buttartisi addosso
e coprirti di botte
ma tu sei il cavaliere invincibile degli assetati
tu continuerai a vivere come una fiamma
nel tuo pesante guscio di ferro
e Dulcinea
sarà ogni giorno più bella.
Nazim Hikmet
lunedì, settembre 20, 2010
domenica, settembre 19, 2010
La vita è troppo breve per avere dei nemici
Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite.
Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza.
Puoi volare molto in alto.
Non si tratta solo di tonicità o forza muscolare.
Si tratta della potenza fisica che ricavi parlando al tuo corpo e alla tua mente.
E lo si impara solo facendolo, credo.
C'è qualcosa di speciale nel concentrarsi su sé stessi, nel conoscere i propri limiti, capire la natura della propria forza, quali sono le proprie capacità, per cercare di arrivare ad essere una persona meno spigolosa.
La cosa più importante è essere te stesso, senza permettere a nessuno di ostacolarti, senza essere diverso perché qualcuno vuole che tu sia diverso.
Devi essere te stesso.
Molte volte farai degli errori a causa della tua personalità, del carattere o delle interferenze che puoi trovare lungo il tuo cammino.
Solo così puoi imparare: dai tuoi errori.
E' questa la cosa principale: utilizzare gli errori per imparare.
Io credo nell'abilità di concentrarsi profondamente, in modo da rendere e progredire ancora di più.
Una volta che hai vinto, devi andare avanti fino alla fine.
Perché ti impegni ad un livello tale per il quale non esistono compromessi.
Devi dare tutto ciò che hai. Tutto, assolutamente tutto.
E qualche volta trovi un po' di più perché se cerchi di più, trovi di più, se vuoi stare in testa, se vuoi vincere.
Quando si è sotto pressione, in un campionato o in una gara particolare, colui che sa combinare aggressività e calcolo otterrà il miglior risultato.
E si ha bisogno di una mente lucida per capire quando è il momento giusto per essere aggressivi e quando bisogna fare dei calcoli.
Per vincere un mondiale bisogna combinare questi due elementi, nelle dosi giuste, al momento giusto.
Siamo fatti di emozioni, tutti quanti fondamentalmente cerchiamo emozioni. La questione sta nel trovare il modo di affrontarle. Ci sono molti modi di affrontare le emozioni.
Per esempio, noi che facciamo i piloti abbiamo a che fare con qualcosa di diverso. E' perché noi siamo sempre esposti al pericolo: il pericolo di farsi male, il pericolo di morire.
Se ho fatto le cose che ho fatto è perché ho avuto, nella vita, una grande possibilità.
Crescere nel modo giusto, vivere bene, godere di una buona salute, imparare molto. E sono stato aiutato, nei momenti giusti, ad andare nella giusta direzione.
Ayrton Senna
Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza.
Puoi volare molto in alto.
Non si tratta solo di tonicità o forza muscolare.
Si tratta della potenza fisica che ricavi parlando al tuo corpo e alla tua mente.
E lo si impara solo facendolo, credo.
C'è qualcosa di speciale nel concentrarsi su sé stessi, nel conoscere i propri limiti, capire la natura della propria forza, quali sono le proprie capacità, per cercare di arrivare ad essere una persona meno spigolosa.
La cosa più importante è essere te stesso, senza permettere a nessuno di ostacolarti, senza essere diverso perché qualcuno vuole che tu sia diverso.
Devi essere te stesso.
Molte volte farai degli errori a causa della tua personalità, del carattere o delle interferenze che puoi trovare lungo il tuo cammino.
Solo così puoi imparare: dai tuoi errori.
E' questa la cosa principale: utilizzare gli errori per imparare.
Io credo nell'abilità di concentrarsi profondamente, in modo da rendere e progredire ancora di più.
Una volta che hai vinto, devi andare avanti fino alla fine.
Perché ti impegni ad un livello tale per il quale non esistono compromessi.
Devi dare tutto ciò che hai. Tutto, assolutamente tutto.
E qualche volta trovi un po' di più perché se cerchi di più, trovi di più, se vuoi stare in testa, se vuoi vincere.
Quando si è sotto pressione, in un campionato o in una gara particolare, colui che sa combinare aggressività e calcolo otterrà il miglior risultato.
E si ha bisogno di una mente lucida per capire quando è il momento giusto per essere aggressivi e quando bisogna fare dei calcoli.
Per vincere un mondiale bisogna combinare questi due elementi, nelle dosi giuste, al momento giusto.
Siamo fatti di emozioni, tutti quanti fondamentalmente cerchiamo emozioni. La questione sta nel trovare il modo di affrontarle. Ci sono molti modi di affrontare le emozioni.
Per esempio, noi che facciamo i piloti abbiamo a che fare con qualcosa di diverso. E' perché noi siamo sempre esposti al pericolo: il pericolo di farsi male, il pericolo di morire.
Se ho fatto le cose che ho fatto è perché ho avuto, nella vita, una grande possibilità.
Crescere nel modo giusto, vivere bene, godere di una buona salute, imparare molto. E sono stato aiutato, nei momenti giusti, ad andare nella giusta direzione.
Ayrton Senna
sabato, settembre 18, 2010
mercoledì, settembre 15, 2010
Vaffanculo a chi mi dice cosa fare e cosa non fare solo per il piacere di dare fiato alle corde vocali
Vaffanculo a quegli incapaci che invece di agire continuano a piangersi addosso a vita senza cambiare una virgola
Vaffanculo a tutti gli imbroglioni e alle teste di cazzo che la nostra vita la rovinano ogni santo giorno
Vaffanculo a chi parla di rispetto e del rispetto, invece, non ha proprio la concezione
Vaffanculo a chi finge, a volte così tanto spudoratamente, e spesso a se stesso
Vaffanculo a chi non ha neanche idea di cosa voglia dire impegnarsi anima e corpo, nè al lavoro, nè nei rapporti personali
E vaffanculo agli orgogliosi, che fanno tanto i duri e dentro sono più fragili della porcellana, ma dirlo gli costa
Ci muoiono popoli interi per l'orgoglio
Vaffanculo a quegli incapaci che invece di agire continuano a piangersi addosso a vita senza cambiare una virgola
Vaffanculo a tutti gli imbroglioni e alle teste di cazzo che la nostra vita la rovinano ogni santo giorno
Vaffanculo a chi parla di rispetto e del rispetto, invece, non ha proprio la concezione
Vaffanculo a chi finge, a volte così tanto spudoratamente, e spesso a se stesso
Vaffanculo a chi non ha neanche idea di cosa voglia dire impegnarsi anima e corpo, nè al lavoro, nè nei rapporti personali
E vaffanculo agli orgogliosi, che fanno tanto i duri e dentro sono più fragili della porcellana, ma dirlo gli costa
Ci muoiono popoli interi per l'orgoglio
martedì, settembre 14, 2010
A ridere c’è il rischio di apparire sciocchi;
A piangere c’è il rischio di essere chiamati sentimentali;
A stabilire un contatto con un altro c’è il rischio di farsi coinvolgere;
A mostrare i propri sentimenti c’è il rischio di mostrare il vostro vero io;
A esporre le vostre idee e i vostri sogni c’è il rischio d’essere chiamati ingenui;
Ad amare c’è il rischio di non essere corrisposti;
A vivere c’è il rischio di morire;
A sperare c’è il rischio della disperazione e
A tentare c’è il rischio del fallimento.
Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla.
La persona che non rischia nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e vivere. Incatenata alle sue certezze, è schiava. Ha rinunciato alla libertà.
Solo la persona che rischia è veramente libera.
Leo Buscaglia
A piangere c’è il rischio di essere chiamati sentimentali;
A stabilire un contatto con un altro c’è il rischio di farsi coinvolgere;
A mostrare i propri sentimenti c’è il rischio di mostrare il vostro vero io;
A esporre le vostre idee e i vostri sogni c’è il rischio d’essere chiamati ingenui;
Ad amare c’è il rischio di non essere corrisposti;
A vivere c’è il rischio di morire;
A sperare c’è il rischio della disperazione e
A tentare c’è il rischio del fallimento.
Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla.
La persona che non rischia nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e vivere. Incatenata alle sue certezze, è schiava. Ha rinunciato alla libertà.
Solo la persona che rischia è veramente libera.
Leo Buscaglia
lunedì, settembre 06, 2010
Quante vite viviamo?
Quante volte si muore?
Si dice che nel preciso istante della morte, tutti perdiamo 21 grammi di peso, nessuno escluso.
Quante volte si muore?
Si dice che nel preciso istante della morte, tutti perdiamo 21 grammi di peso, nessuno escluso.
Ma quanto c'è in 21 grammi?
Quanto va perduto?
Quando li perdiamo quei 21 grammi?
Quanto se ne va con loro?
Quanto si guadagna?
Quanto si guadagna?
Ventuno grammi.
Quanto va perduto?
Quando li perdiamo quei 21 grammi?
Quanto se ne va con loro?
Quanto si guadagna?
Quanto si guadagna?
Ventuno grammi.
Il peso di 5 nichelini, uno sull'altro. Il peso di un colibrì, di una barretta di cioccolato.
Quanto valgono, 21 grammi?
Quanto valgono, 21 grammi?
domenica, settembre 05, 2010
giovedì, settembre 02, 2010
Distacco.
Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l'ha causato.
Se lo riempi con altro, ancora di più spalancherà le fauci.
Non si chiude un abisso con l'aria.
E. Dickinson
mercoledì, settembre 01, 2010
Diecisuzero:
Dieci son le cose che vorrei chiarire
gli scontrini dei negozi che vorrei conservare
le cassette noleggiate che dovrei restituire
non ammucchiare
nove i buoni pasto ancora da sfruttare
in tavole calde apparecchiate male a mangiare per ore
schifezze e dolore
otto sono i giorni da buttare
a marcire in una stanza e pregare in tuo nome
solo nel mio terrore
sette le chiamate perse sul tuo cellulare
il mio nome in pochi pixel che non vuoi più vedere
e ti sembra normale
sei sono gli accordi di questa canzone
come le corde della mia chitarra che non vuol più suonare
ma dovrei continuare
cinque i piani immaginari che volevo realizzare
sulle nostre vite i tuoi discorsi che sono andati a male
me lo dovevo aspettare
quattro gli assi nella manica del baro
i punti di sutura da applicare e credimi deve far male
ma il dolore è nel cuore
tre sono i delitti che commetterei
come scheletri nel tuo armadio che io non aprirei
mai
due sono le nostre foto un po' sbiadite
le nostre anime siamesi divise dall'ossessione
di una vita normale
zero son le cose che mi restano da dire
Dieci son le cose che vorrei chiarire
gli scontrini dei negozi che vorrei conservare
le cassette noleggiate che dovrei restituire
non ammucchiare
nove i buoni pasto ancora da sfruttare
in tavole calde apparecchiate male a mangiare per ore
schifezze e dolore
otto sono i giorni da buttare
a marcire in una stanza e pregare in tuo nome
solo nel mio terrore
sette le chiamate perse sul tuo cellulare
il mio nome in pochi pixel che non vuoi più vedere
e ti sembra normale
sei sono gli accordi di questa canzone
come le corde della mia chitarra che non vuol più suonare
ma dovrei continuare
cinque i piani immaginari che volevo realizzare
sulle nostre vite i tuoi discorsi che sono andati a male
me lo dovevo aspettare
quattro gli assi nella manica del baro
i punti di sutura da applicare e credimi deve far male
ma il dolore è nel cuore
tre sono i delitti che commetterei
come scheletri nel tuo armadio che io non aprirei
mai
due sono le nostre foto un po' sbiadite
le nostre anime siamesi divise dall'ossessione
di una vita normale
zero son le cose che mi restano da dire
martedì, agosto 31, 2010
domenica, agosto 29, 2010
venerdì, agosto 27, 2010
Quando partirai, diretto a Itaca,
che il tuo viaggio sia lungo
ricco di avventure e di conoscenza.
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
né il furioso Poseidone;
durante il cammino non li incontrerai
se il pensiero sarà elevato, se l'emozione
non abbandonerà mai il tuo corpo e il tuo spirito.
I Lestrigoni e i Ciclopi e il furioso Poseidone
non saranno sul tuo cammino
se non li porterai con te nell'anima,
se la tua anima non li porrà davanti ai tuoi passi.
Spero che la tua strada sia lunga.
Che siano molte le mattine d'estate,
che il piacere di vedere i primi porti
ti arrechi una gioia mai provata.
Cerca di visitare gli empori della Fenicia
e raccogli ciò che v'è di meglio.
Vai alle città dell'Egitto,
apprendi da un popolo che ha tanto da insegnare.
Non perdere di vista Itaca,
poiché giungervi è il tuo destino.
Ma non affrettare i tuoi passi;
è meglio che il viaggio duri molti anni
e la tua nave getti l'ancora sull'isola
quando ti sarai arricchito
di ciò che hai conosciuto nel cammino.
Non aspettarti che Itaca ti dia altre ricchezze.
Itaca ti ha già dato un bel viaggio;
senza Itaca, tu non saresti mai partito.
Essa ti ha già dato tutto, e null'altro può darti.
Se, infine, troverai che Itaca è povera,
non pensare che ti abbia ingannato.
Perché sei divenuto saggio, hai vissuto una vita intensa,
e questo è il significato di Itaca.
(Kostandinos Kavafis [1863-1933])
che il tuo viaggio sia lungo
ricco di avventure e di conoscenza.
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
né il furioso Poseidone;
durante il cammino non li incontrerai
se il pensiero sarà elevato, se l'emozione
non abbandonerà mai il tuo corpo e il tuo spirito.
I Lestrigoni e i Ciclopi e il furioso Poseidone
non saranno sul tuo cammino
se non li porterai con te nell'anima,
se la tua anima non li porrà davanti ai tuoi passi.
Spero che la tua strada sia lunga.
Che siano molte le mattine d'estate,
che il piacere di vedere i primi porti
ti arrechi una gioia mai provata.
Cerca di visitare gli empori della Fenicia
e raccogli ciò che v'è di meglio.
Vai alle città dell'Egitto,
apprendi da un popolo che ha tanto da insegnare.
Non perdere di vista Itaca,
poiché giungervi è il tuo destino.
Ma non affrettare i tuoi passi;
è meglio che il viaggio duri molti anni
e la tua nave getti l'ancora sull'isola
quando ti sarai arricchito
di ciò che hai conosciuto nel cammino.
Non aspettarti che Itaca ti dia altre ricchezze.
Itaca ti ha già dato un bel viaggio;
senza Itaca, tu non saresti mai partito.
Essa ti ha già dato tutto, e null'altro può darti.
Se, infine, troverai che Itaca è povera,
non pensare che ti abbia ingannato.
Perché sei divenuto saggio, hai vissuto una vita intensa,
e questo è il significato di Itaca.
(Kostandinos Kavafis [1863-1933])
giovedì, agosto 26, 2010
Un boato squarciò il silenzio della notte svegliando tutti.
Satana si presenta proprio quando meno te lo aspetti.
Tommy era fuori, di guardia, ma non fece in tempo ad accorgersi del bagliore dei razzi prima di avvisare gli altri.
Le mura tremarono, gracili come rami secchi.
Sembrava che l'intero edificio stesse per venire giù, era questione di attimi e prima o poi quel mostro di cemento li avrebbe inghiottiti.
Le emozioni deflagravano nell'anima. Era guerra fuori e dentro.
"Voglio tornare a casa voglio baciarla ancora assaporare le sue labbra e dirle che l'amo dirle che la adoro con tutto me stesso"
La rampa delle scale esterne cedette con un tonfo sordo.
Bisognava sbrigarsi. Prendere zaini e buttarsi giù, via dall'ingresso ovest.
"Voglio tornare da lei farle vedere come sia diversa la guerra quella vera."
I calcinacci iniziavano a fare danni.
Il sergente ringraziò il padreterno per avergli dato cinque centimetri in meno di altezza.
Un altro poco così, e sarebbe stato fottuto.
Cibo per topi.
"Non litighiamo più Johanne amiamoci voglio un figlio voglio una famiglia"
"CHE CAZZO STATE FACENDO LÌ IMPALATI? MUOVETE IL CULO, FUORI DA QUESTO BUCO!"
Un altro sibilo.
"Dio ti prego fa' che possa tornare a casa da lei con tutte e quattro le zampe al loro posto"
Un'altra esplosione.
"Non voglio morire non voglio morire non voglio"
Tommy cadde, battendo forte la testa.
Era tutto bianco avanti a lui.
Notava chiaramente qualcuno che gli parlava, ma lui non capiva. Non sentiva. Non riusciva.
Un fischio lo torturava.
Perse conoscenza.
Satana si presenta proprio quando meno te lo aspetti.
Tommy era fuori, di guardia, ma non fece in tempo ad accorgersi del bagliore dei razzi prima di avvisare gli altri.
Le mura tremarono, gracili come rami secchi.
Sembrava che l'intero edificio stesse per venire giù, era questione di attimi e prima o poi quel mostro di cemento li avrebbe inghiottiti.
Le emozioni deflagravano nell'anima. Era guerra fuori e dentro.
"Voglio tornare a casa voglio baciarla ancora assaporare le sue labbra e dirle che l'amo dirle che la adoro con tutto me stesso"
La rampa delle scale esterne cedette con un tonfo sordo.
Bisognava sbrigarsi. Prendere zaini e buttarsi giù, via dall'ingresso ovest.
"Voglio tornare da lei farle vedere come sia diversa la guerra quella vera."
I calcinacci iniziavano a fare danni.
Il sergente ringraziò il padreterno per avergli dato cinque centimetri in meno di altezza.
Un altro poco così, e sarebbe stato fottuto.
Cibo per topi.
"Non litighiamo più Johanne amiamoci voglio un figlio voglio una famiglia"
"CHE CAZZO STATE FACENDO LÌ IMPALATI? MUOVETE IL CULO, FUORI DA QUESTO BUCO!"
Un altro sibilo.
"Dio ti prego fa' che possa tornare a casa da lei con tutte e quattro le zampe al loro posto"
Un'altra esplosione.
"Non voglio morire non voglio morire non voglio"
Tommy cadde, battendo forte la testa.
Era tutto bianco avanti a lui.
Notava chiaramente qualcuno che gli parlava, ma lui non capiva. Non sentiva. Non riusciva.
Un fischio lo torturava.
Perse conoscenza.
martedì, agosto 24, 2010
martedì, agosto 17, 2010
sabato, agosto 14, 2010
Un'enorme esplosione.
Pezzi ovunque, lacerazioni ingombranti di spazio e tempo.
Abissi improvvisi e distanze, vuote, da ricolmare.
Entrai nella stanza e lo trovai rannicchiato in un angolo a guardare in alto.
Aveva gli occhi persi nel vuoto, come se stesse parlando con qualcuno che in quelle quattro mura, fisicamente, non c'era per niente.
"Che fai lì, Sahid?"
Staccò lo sguardo dalla figura eterea nella sua mente e mi rispose, sereno.
"Sto pregando. Si dice così, no?"
"Beh, si, credo di avere capito. Per cosa preghi?"
"Vorrei che Dio mi lasciasse per sempre i genitori, così come sono. Proprio uguali, capisci?"
Il padre aveva perso tutte e due le gambe anni prima, per un attacco di un tank israeliano. La casa era andata giù in un lampo, quasi fosse di cartapesta. Lui ci era rimasto sotto, incastrato come un topo. Gli avevano amputato entrambi gli arti a distanza di pochi giorni. O le gambe o la morte, la scelta era obbligata.
"Mi hanno sempre dato tutto, e so che continueranno a farlo finché potranno."
La madre invece era rimasta ustionata gravemente al viso e al bacino. "La pioggia del fuoco", la chiamano. Il fosforo bianco è bastardo sul serio. Pure dopo giorni, pure dopo la pioggia, ti fotte sempre. Ti consuma la pelle, ci si attacca e non te lo levi. Vedi la carne ardere e non ci puoi fare assolutamente nulla.
"E perché stai pensando a loro? Stai tranquillo, siamo al sicuro qui."
"Non siamo al sicuro da nessuna parte. Non vedi come sono ridotti i palazzi intorno?"
"Si ma è acqua passata. Non ci pensare."
"E invece ci penso eccome. Najla non c'è più. Eppure mi avevate detto che la guerra non c'era qui. La guerra, invece, è ovunque."
Najla era la ragazzina con cui Sahid giocava da sempre. Credo si volessero bene, per quello che può essere l'amore tra due bambini cresciuti in Palestina in parchi giochi di bombe. Un carro l'aveva travolta mentre lei stava correndo verso la palla che Sahid stesso le aveva chiesto di raccogliere. Andata via, anche lei una volta per tutte. Portandosi dietro i giochi. E l'amore.
"La guerra è ovunque, in qualsiasi momento. Tutto il mondo è in guerra."
"Sahid. Siamo qui per questo, vogli..."
"No, se fossi qui per toglierla, la guerra, non porteresti quel coso in giro."
Il coso era un mitragliatore. Aveva ragione. Mi sentii un idiota.
"Sahid..."
"Cosa?"
"Ti voglio bene."
"Anche io."
Uscii dalla stanza e iniziai a pregare anch'io, a mio modo. Con un mitragliatore carico in grembo, e lacrime di vigliaccheria negli occhi. Pregavo, ma Sahid non lo sapeva.
mercoledì, agosto 11, 2010
martedì, agosto 10, 2010
mercoledì, agosto 04, 2010
martedì, agosto 03, 2010
lunedì, agosto 02, 2010
lunedì, luglio 26, 2010
sai quella sensazione che provi quando sei seduto a riflettere, a pensare che devi fare qualcosa | e poi ti decidi, ti alzi e cominci a correre | corri con uno stato d'animo pieno di ansia | ti alzi e corri e basta, corri tra le piante | e io non mi sento mica stanca | ti fermi, poi cammini, poi pensi ancora | pensi se stai facendo bene | sorridi un attimo, guardi in alto: c'è il sole, il cielo azzurro, l'aria è fresca, è primavera | fai un respiro, e continui | continui a correre, stavolta pensando che fai bene | fai bene a correre.
[da una conversazione di qualche tempo fa, più o meno]
domenica, luglio 25, 2010
sabato, luglio 24, 2010
giovedì, luglio 22, 2010
martedì, luglio 20, 2010
Oh, vedo tutto attraverso sabbia rossa e deserto
Ho sete, ho sete di te che non sei qui
Stella caduta dagli occhi,
Che voli sul mio deserto
Ho sete, le nuvole mi cadono dentro,
Cerchio che ha perso il suo centro,
Perché ha smarrito ogni senso
Oh, sabbia rossa e deserto
Lunga scala d'aria che sale dal deserto
Non c'è confine tra l'occhio dentro e l'occhio fuori
Morgana
Lenta processione all'alba nel deserto
Fata Morgana ha già cambiato ogni profilo
Aspetto a parlare prima che l'illusione si sia mossa
Poi scopro il confine che dall'infinito vola dentro di me
Morgana
Ho sete significa che sono vivo
Che importa se l'ultimo o il primo
Il cuore vuol battere ancora, ancora
Oh, sabbia rossa e deserto
La sento negli occhi, in fondo ai miei occhi,
Salire dal mare passando dal cuore
domenica, luglio 11, 2010
C
mi fa piacere che le cose si sono sistemate tra voi
G
eh si, abbiamo deciso di chiarire
in generale non voglio avere più casini di questo tipo
C
come al solito direi
G
voglio stare a posto con la coscienza
C
l'orgoglio non serve a niente, se tieni ad una persona tutto passa
ricordo ancora le sere passate tutti insieme
-
ho visto le foto del tuo compleanno e mi è venuto un colpo
perchè ho visto tutti riuniti
come un anno fa
G
eppure ti assicuro
le cose sono profondamente cambiate
in generale
C
era solo apparenza quella?
G
no non lo è neanche apparenza
è anche stare bene veramente
-
solo che chi per un motivo
e chi per un altro
si perde la forza (o la voglia) di aggregare
G
cmq si cambia è vero, guarda nel giro di un anno cos'è successo,
ma il fatto che vi siete ritrovati tutti vuol dire qualcosa
tu hai invitato tutti, magari hai avuto tu la volontà di farlo
è sempre una bella cosa ritrovarsi
dopo tutti quei momenti vissuti insieme
-
purtroppo è vero le cose cambiano, ma la vita è imprevedibile
sabato, luglio 03, 2010
lunedì, giugno 28, 2010
mercoledì, giugno 23, 2010
Vorrei potere trovare il momento per fermarmi, respirare, prendere cinque minuti di stop. Scendere da questo folle treno in corsa senza soste e tirare una boccata d'aria pulita. Riprendere il controllo dei miei pensieri, dei miei sentimenti.
E invece no. Tocca tenere tutto congelato, bloccato, in attesa.
Rimango in apnea, almeno finché ci sarà ossigeno nei miei alveoli.
sabato, giugno 19, 2010
venerdì, giugno 04, 2010
Morte cerebrale
Ti ho rivista oggi.
Per sbaglio.
Ero per strada e c'eri tu, lì, dall'altro lato.
Confuso nella folla ho fatto attenzione a nascondermi per evitare qualsiasi reazione.
E come l'altra volta ti ho riconosciuta da un gesto comunissimo ma tuo personalissimo ed unico al tempo stesso.
La mano che, a partire dalla fronte, scorre tra i capelli per dargli ordine, pettinarli, rimetterli a posto.
Un gesto che riconosco fra mille.
Cuore in gola. Voglia di avvicinarmi, voglia di stringerti e dirti che ti amo.
Poi mi sveglio. Era un altro sogno.
Per sbaglio.
Ero per strada e c'eri tu, lì, dall'altro lato.
Confuso nella folla ho fatto attenzione a nascondermi per evitare qualsiasi reazione.
E come l'altra volta ti ho riconosciuta da un gesto comunissimo ma tuo personalissimo ed unico al tempo stesso.
La mano che, a partire dalla fronte, scorre tra i capelli per dargli ordine, pettinarli, rimetterli a posto.
Un gesto che riconosco fra mille.
Cuore in gola. Voglia di avvicinarmi, voglia di stringerti e dirti che ti amo.
Poi mi sveglio. Era un altro sogno.
martedì, maggio 11, 2010
"RIABILITAZIONE. ecco la fregatura. quei culirotti, bocchinari di Beverly Hills. gente bene, come no, brava gente educata e UMANITARIA! le loro mogli vanno ai concerti, a sentir Mozart e Mahler, e fanno beneficenza, e fregano il fisco. e poi vengono messe nella lista delle dieci signore più eleganti dell'anno, dal 'Los Angelese Times'. e lo sai cosa cazzo ti fanno, i loro mariti? ti trattano come un cane rognoso, alla fabbrica. ti pagano meno del minimo. s'intascano la differenza. e non devono render conto a nessuno. è tutta una merdata, ma non lo vedi che merdata ch'è? ma nessuno lo vede che merdata che è?"
"io..."
"STA' ZITTA! Mahler, Beethoven, STRAVINSKIJ! ti fanno fare gli straordinari e non te li pagano. ti prendono a zampate nel culo, e se t'azzardi a dire 'na parola, quello telefona all'ispettorato per la libertà vigilata: 'spiacente, Jensen, ma glielo devo dire, il suo uomo ha rubato 25 dollari dalla cassa. e sì che l'avevamo preso a benvolere, qui.'"
charles bukowski
storie di ordinaria follia
sabato, maggio 08, 2010
mercoledì, maggio 05, 2010
domenica, maggio 02, 2010
Visioni // self consciousness
in autostrada. in una giornata torrida. sull'asfalto una lunga striscia di sangue e il corpo, spappolato, qualche decina di metri più avanti.
volare. in aria, osservare la terra come fanno le aquile, dall'alto. dall'altro lato del mondo.
memorie. flashback incondizionati, forzature dell'anima. tormenti piacevoli che durano un'eternità e lacerano la pelle.
tanica. ricolma di benzina, svuotartela addosso. sentire già la cute che reagisce irritandosi, l'odore penetra nelle narici, le attraversa, sconfina nel cervello. poi il cerino cade in un istante che dura una eternità, e diventa tutta una vampa.
pugni. nel muro. a letto. una volta, due volte, tre volte, fino a creparsi le nocche. solo per cercare di dormire senza fantasmi.
il silenzio del vuoto. l'aria che manca nei polmoni, che si contraggono. spasmi insolenti di una vita dal sapore di terra marcia, in cui non fai in tempo a seminare, ché con cura maniacale il sole - lo stesso sole che la vita la dona, brucia. altera, distrugge.
martedì, aprile 13, 2010
«Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande,
che sono simili a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta.»
R. M. Rilke
mercoledì, aprile 07, 2010
begin it now
ci sono momenti
in cui credo
che l'instabilità da cui fuggo
in realtà faccia parte di me stesso
momenti
in cui quella stessa instabilità
sembra così naturale
da diventare quasi essenziale
e come un domino
ogni pezzo,
prima ben saldato al suo posto,
trema, oscilla
senza dare nuove certezze,
divertendosi solo
a provocare domande.
si fa fatica
ad avere a che fare
con qualcuno
che è come te:
non sai mai
se hai torto o ragione.
---
qualunque cosa tu possa fare,
o sognare di fare,
incominciala.
l'audacia
ha in sè
genio, potere e magia.
incominciala adesso.
johann
wolfgang
goethe
---
meraviglia
quella di scoprire
che il tuo intuito
non ti ha lasciato
neanche un momento,
neanche quando
tutto sembrava perduto.
---
non chiederti
il perché di tutto questo:
la risposta a questa domanda
non c'è.
---
non
cambiare
mai
sabato, febbraio 20, 2010
lunedì, gennaio 11, 2010
NO U TURN
Per conoscere
me e le mie verità
io ho combattuto
fantasmi di angosce
con perdite di io.
Per distruggere
vecchie realtà
ho galleggiato
su mari di irrazionalità.
Ho dormito per non morire
buttando i miei miti di carta
su cieli di schizofrenia.
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