domenica, dicembre 30, 2007

[...] ''Quando è che un gruppo o un intera società, DELIRA? Il delirio di gruppo è difficile da definire come tale: sia in psichiatria che in sociologia; si considera 'normale' tutto ciò che fa la maggioranza. Quindi non si può mai dire che il gruppo delira, è tabù, o viene a mancare qualsiasi termine di riferimento che serva da controllo. Chi delira deve essere per forza la minoranza. Io però non accetto affatto il principio forzoso della ragione della maggioranza. In questo senso, per certi versi, anche la Democrazia così idolatrata - e di sicuro quella inventata dagli Italiani - è delirio del Potere camuffato da libertà di voto. Voto di che? Per cosa? Cosa decidono gli Italiani della loro vita dopo aver strisciato la crocetta sul nome del candidato nel chiuso dalla cabina quasi come un rito magico? E' un problema molto complesso. E' indubbio tuttavia che il gruppo, o una società intera, delirano quando i suoi membri instaurano un sistema distruttivo per la vita della società, del gruppo stesso [...] Il 'passaggio al delirio' nasce soprattutto dalla capacità incredibile che hanno gli Italiani (e i Napoletani in ispecie - ndr) di creare finto pensiero, finte spiegazioni logiche a quel che fanno di male.
La corruzione è prima di tutto corruzione delle idee, non del denaro. La corruzione del denaro c'è in tutti i paesi del mondo, più o meno. Quello che distingue L'Italia (e Napoli - ndr) è che si è trattato di un collasso etico tale che nessuno più riteneva fosse una colpa o un crimine rubare, occupare posti importanti senza esserne capaci, sistemare sempre e ovunque i propri famigli. Se l'abitudine alla sofistica negli Italiani (e nei Napoletani! ndr) non fosse stata cosi radicata, come si potrebbe considerare normale la convinzione che rubare per un partito o protetti da un partito non sia una colpa o una colpa lievissima e trascurabile? [...]
Se proprio non possono discolparsi, minimizzano, insabbiano la loro propria coscienza prima avanti a se stessi che davanti agli altri. Sono convinta che i suicidi di Tangentopoli si sono uccisi non perché oppressi dalla colpa, ma perchè venivano accusati ed essi si sentivano innocenti. Cioè 'Siamo innocenti perchè non abbiamo fatto altro che adeguarci al sistema'. Ciò significa lasciar collassare totalmente la coscienza etica personale e di conseguenza perdere il senso della realtà. La coscienza etica personale - ovvero la consapevolezza di un individuo che caratterizza la cultura occidentale moderna - è tutt'uno con la razionalità e non dovrebbe permetterti di pensare che siccome il partito dice che rubare è giusto, tu lo trovi giusto. Posso dire: ''Lo faccio perchè voglio aiutare il partito, ma so che è ingiusto''; non è una differenza sottile, significa rimanere saldati al principio di realtà. L'aspetto tragico è che gli Italiani vivono al di fuori del principio di realtà. [...]
Anche il cittadino però partecipa alla corruzione: ne era conscio, ma invece di ribellarsi cerca di approfittarne. Gli dà fastidio soprattutto di non poter approfittarne abbastanza.
La corruzione etica è l'incapacità di vedere dove sta la morale: aver concepito la logica della politica come logica della menzogna... Qualsiasi Sistema di Potere che ritenga di NON DOVER rispondere alla morale comune, è assoluto. Delira. In Italia si è teorizzata la politica sganciata dall'etica ordinaria, normale, del senso comune, per cui sei un buon politico se riesci a mentire bene e puoi cambiare opinione e comportamento il giorno dopo...
E' questo che intendo per CORRUZIONE: l'aver ottenebrato del tutto la capacità del sentire etico di ciascuno da parte dei politici al punto che se qualcuno percepisce la discrepanza tra i fatti e i principi di ciò che comunemente consideriamo buono e giusto, è costretto ad alienarsi dal gruppo. I politici erano e sono convinti di non esser tenuti ad alcuna qualsiasi etica che non sia la falsità, la menzogna. Esse sono non solo considerate non-immorali ma addirittura giuste e funzionali. La maggior responsabilità e colpa dei politici italiani e governanti non è stata tanto di aver saccheggiato l'Italia, ma di aver annebbiato il concetto di etica nel nostro Paese... E' vero che i cittadini non hanno reagito mai in alcun modo, ma non era soltanto un'accettazione: si è perso il metro etico di giudizio''

da http://folklorenapoletano.blogspot.com

sabato, dicembre 29, 2007

Il ragnetto Yok / 1

Se ne sta sulle sue, il ragnetto Yok.

Passa le giornate a tessere la sua tela, sulla rete della stazione.

Quando non si mettono le persone, c'è il vento che gli rovina tutto - anche se qualche volta ha ammesso di essersi sentito libero di volare.

La maggior parte del tempo attende - un moscerino, un insettucolo qualsiasi da poter mettere sotto i denti.

Per il resto sistema la sua rete. Con perizia, un filo per volta.

Altre volte fantastica.

giovedì, dicembre 20, 2007

un anno fa

la mia vita prendeva nuova forma, in maniera irreversibile e - a onor del vero - anche abbastanza bruscamente.

un anno fa

arrivavo ad un piccolo enorme traguardo che mi catapultava fuori dall'involucro dello studio universitario, dichiarandomi ufficialmente pronto al mondo del lavoro, con annessi e connessi.

un anno fa

in quegli stessi attimi, Dio ha deciso che una persona dovesse abbandonarmi (e abbandonarci) senza neanche darle la soddisfazione di gioire per quello che stava accadendo.

un anno fa

come se non bastasse, qualcuno cercava miseramente di ricucire lo strappo, la voragine che si era creata con me; altri tentavano di capire timidamente a che gioco stessi giocando; chi c'è ora non aveva neanche idea della mia esistenza.

un anno fa

sembra ieri, ma è passato un anno.

Carpe diem:
La vita non ce la rimborsa nessuno

domenica, dicembre 16, 2007



La disperazione più grande

che possa impadronirsi di una società
è il dubbio che vivere rettamente sia inutile

Corrado Alvaro

lunedì, dicembre 10, 2007





Sai, per chi come noi
che forse non sa ma viaggia nel tempo,
dimmi se hai già capito
il senso di questa vita che si sporca nel mondo.
E poi, certe volte mi chiedo
se cerchi anche tu nel cielo la Luna
che sai lei e riflette lo sguardo e il pensiero
di chi come noi si cerca nel vento.
Dimmi che mi osservi
anche quando non mi stai accanto.
Tu mi stupisci
anche se non sai,
ridere dei tuoi difetti.
Dimmi che mi ascolti
anche quando sei tra gente
che non sa e ti confonde,
tu te ne stai lì seduto ad ascoltare il tempo.

domenica, dicembre 09, 2007

L'unica cosa

che ci consola dalle nostre miserie

è il divertimento,

e intanto questa

è la maggiore tra le nostre miserie.

Blaise Pascal

sabato, dicembre 08, 2007

Nove è il numero naturale dopo l'8 e prima del 10.

Proprietà matematiche [modifica]

Curiosità [modifica]

  • È il numero atomico del fluoro. (F)
  • 9 Metis è il nome di un asteroide battezzato così in onore di Metide, un Titano della mitologia greca.
  • Essendo il nove l’ultima delle cifre, esso annunzia sia la fine sia l’inizio, esprime la fine di un ciclo, il compimento di un corso, la chiusura di un anello. è simbolo della rinascita ad un nuovo ciclo vitale.
  • nove sono le muse, personificazione per le scienze e le arti della somma delle conoscenze umane. In mitologia sono nate da Zeus in nove notti d’amore.
  • Nel De coelesti hierarchia lo Pseudo Dionigi Areopagita stabilisce una definitiva sistemazione degli angeli in nove cori, a secondo della vicinanza a Dio.
  • ne la Vita Nova, Dante identifica nel numero nove la massima espressione dell'amore divino in quanto esso ha come radice quadrata proprio il numero tre, sacro per i cristiani come simbolo della santissima trinità. Al numero nove identifica anche Beatrice, simbolo divino, che gli apparve per la prima volta all’età di nove anni. Il secondo incontro avviene esattamente nove anni più tardi dove Beatrice rivolge a Dante il suo primo saluto nell’ ora nona di quel giorno. Dante poi compila l'elenco delle sessanta donne più belle di Firenze e Beatrice significatamente compare non al primo posto ma bensì al nono,
  • Nella Divina Commedia di Dante nove è anche il numero dei cerchi infernali e simmetricamente nove sono le sfere celesti del paradiso.
  • Nel Cristianesimo il numero nove è simbolo del sacrificio di Cristo per la salvezza degli uomini. Nei Vangeli, Gesù crocifisso alla terza ora, comincia l’agonia alla sesta ora, e spira alla nona.
  • nella Teogonia di Esiodo. Nove giorni e nove notti sono la misura del tempo che separa il cielo dalla terra e questa dall’inferno. Un incudine di bronzo cadrebbe dal cielo per nove giorni e nove notti prima di raggiungere il decimo giorno la terra. Allo stesso modo un incudine di bronzo cadrebbe dalla terra per nove giorni e nove notti prima di raggiungere il decimo giono il Tartaro.
  • Nella Smorfia il numero 9 è la figliolanza.
  • 9 è il nono album in studio realizzato da Eros Ramazzotti.

Ciao Papà