Speravo di avere finito di cercare.
Mi sono trovato all’improvviso a tornare indietro di cinque, sei anni, a ritrovarmi ventottenne, nella stessa condizione di un ventottenne.
Vallo a spiegare poi.
Ti senti fastidiosamente più grande dell’età che ti danno.
Inizi a pensare ad avere un certo tipo di vita, attiva e divertente ma fondamentalmente tranquilla, e ti ritrovi in mano con un pugno di mosche.
Per avere inseguito sempre la tua testa.
Avrei potuto avere il cosiddetto “posto fisso”, ma mi sarei sentito in gabbia.
Avrei potuto accontentarmi della prima persona praticamente devota a me che mi fosse capitata sotto mano, ma non l’ho accettata.
Avrei potuto, ma non l’ho voluto.
Vallo a spiegare poi.
Che ti ritrovi inconsapevolmente a fare male alle persone che ami, i tuoi genitori, tuo fratello, la tua compagna, i tuoi amici. Semplicemente perché hai dato fiducia alle tue idee. Sbagliando, forse, ogni volta.
In qualche momento avrei voluto essere “più a cazzi miei” e ascoltare meno bisogni e necessità degli altri. Semplicemente, però, non sarei mai stato lo stesso che hai conosciuto, sia nel bene che nel male.
A chiunque stia leggendo queste parole: scusa.
Sono stanco però.
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