Mille anni al mondo mille ancora /
che bell'inganno sei anima mia /
e che bello il mio tempo che bella compagnia /
[...]
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve /
mi sono visto che ridevo /
mi sono visto di spalle che partivo /
ti saluto dai paesi di domani
martedì, dicembre 28, 2010
giovedì, dicembre 23, 2010
mercoledì, dicembre 01, 2010
Stanotte ti ho sognata, maledizione. Non pensavo potesse accadere, in realtà, considerato che la mia attività cerebrale notturna é quella più stupida di ricarica batterie. Eppure é successo. E devo trovare il momento adatto e la forza per dirti ciò che mi frulla nel cervello prima che sia troppo tardi. Dannatissima. Gatta. Delle nevi.
Italiano tra gli italiani. Straniero tra stranieri. Fuori casa, nell'aria, note di luoghi lontani, melodie orientali che si intrecciano al respiro della città.
Si chiama Muhammad Imran.
Viene da lontano. Da posti remoti, dove vivere ha significato completamente diverso a come lo si intende normalmente. Sempre che esista una normalità in questo mondo.
Cammina, Muhammad, cammina tanto: otto chilometri al giorno tra andare e venire, sempre senza lamentarsi. Mai una parola.
Qualsiasi cosa per fuggire da quel sibilo.
Le bombe sono come il buio quando ti prende da piccolo. La paura ti rimane cucita addosso per sempre.
Si chiama Muhammad Imran.
Viene da lontano. Da posti remoti, dove vivere ha significato completamente diverso a come lo si intende normalmente. Sempre che esista una normalità in questo mondo.
Cammina, Muhammad, cammina tanto: otto chilometri al giorno tra andare e venire, sempre senza lamentarsi. Mai una parola.
Qualsiasi cosa per fuggire da quel sibilo.
Le bombe sono come il buio quando ti prende da piccolo. La paura ti rimane cucita addosso per sempre.
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