con te ad ascoltare le parole del vento
Dopo Pitecusa, Kyme fu la più antica colonia greca dell’Occidente. Il promontorio che incombe altissimo su un lungo tratto di costa, già nell’età del Bronzo Finale e nell’età del Ferro ospitava un villaggio di capanne (della "Cultura delle tombe a fossa"). Attorno al 730 a.C. i Greci dell’Eubea fondarono qui la loro colonia, ottima base di partenza per le rotte verso l’Occidente e verso il Nord. L’insediamento ebbe stretti contatti con la Campania etrusca, che si fecero però bellicosi dalla fine del VI sec. a.C.. Alla fine del V gli Osco-Sanniti occuparono la città (421 a.C.) e la deprivarono del ruolo di scalo marittimo che aveva fatto la sua grandezza. Nella guerra tra gli invasori ed i Romani per il dominio sulla Campania, Cuma fu alleata dei secondi. Per questo, nel 334 ottene la cittadinanza senza diritto di voto, divenendo parte dello stato romano. Il processo di romanizzazione si compì in breve tempo e fu accompagnato, come di consueto, dal proliferare di edifici caratteristici del mondo urbanistico romano. Soprattutto Augusto, che fece della città una roccaforte della lotta contro i pirati, ed il suo braccio destro Agrippa, che fondò il nuovo porto, ne accrebbero il prestigio creando ingenti opere monumentali. Dal VI sec. Cuma, divenuta un importante centro cristiano ma scarsamente popolato, fu teatro delle lotte che si svolsero tra Goti e Bizantini, successivamente dominio dei Longobardi e quindi del duca di Napoli. Nel 915 subì un’incursione saracena e divenne covo di pirati e predoni, trovando così la fine della sua millenaria storia.
Dopo Pitecusa, Kyme fu la più antica colonia greca dell’Occidente. Il promontorio che incombe altissimo su un lungo tratto di costa, già nell’età del Bronzo Finale e nell’età del Ferro ospitava un villaggio di capanne (della "Cultura delle tombe a fossa"). Attorno al 730 a.C. i Greci dell’Eubea fondarono qui la loro colonia, ottima base di partenza per le rotte verso l’Occidente e verso il Nord. L’insediamento ebbe stretti contatti con la Campania etrusca, che si fecero però bellicosi dalla fine del VI sec. a.C.. Alla fine del V gli Osco-Sanniti occuparono la città (421 a.C.) e la deprivarono del ruolo di scalo marittimo che aveva fatto la sua grandezza. Nella guerra tra gli invasori ed i Romani per il dominio sulla Campania, Cuma fu alleata dei secondi. Per questo, nel 334 ottene la cittadinanza senza diritto di voto, divenendo parte dello stato romano. Il processo di romanizzazione si compì in breve tempo e fu accompagnato, come di consueto, dal proliferare di edifici caratteristici del mondo urbanistico romano. Soprattutto Augusto, che fece della città una roccaforte della lotta contro i pirati, ed il suo braccio destro Agrippa, che fondò il nuovo porto, ne accrebbero il prestigio creando ingenti opere monumentali. Dal VI sec. Cuma, divenuta un importante centro cristiano ma scarsamente popolato, fu teatro delle lotte che si svolsero tra Goti e Bizantini, successivamente dominio dei Longobardi e quindi del duca di Napoli. Nel 915 subì un’incursione saracena e divenne covo di pirati e predoni, trovando così la fine della sua millenaria storia.
Nessun commento:
Posta un commento