lunedì, novembre 28, 2005

Quanto più lontani stanno,
tanto più vicino al cuore sono i sentimenti
che cerchiamo di soffocare e dimenticare.

Se siamo in esilio,
vogliamo serbare ogni piccolo ricordo delle nostre radici;

se ci troviamo lontani dalla persona amata,
chiunque passi per la strada ce la farà ricordare...

Paul Coelho
Undici Minuti

David Burnett
A Young Girl, Mizque, Bolivia, 1980
"Inebriante e ingannevole labirinto quello della notte.
Gioco di pensieri, specchio della coscienza, luogo dello smascheramento dei nostri segreti, la notte sembra essere l’unica ‘isola’ non ancora del tutto contaminata. Il giorno ci travolge nel vortice del suo frastuono, nel suo ritmo frenetico, all’interno del quale noi corriamo, senza sapere esattamente verso cosa.

La notte mi fa pensare al mistero dell’alcova cosmologica in cui siamo; mi fa pensare all’universale ‘esistente’ in cui siamo avvolti; mi fa pensare.

Nella notte c’è anche tutto quel che non siamo o che non riusciamo ad essere. Nella notte c’è quel che non riusciamo a vedere... La notte può essere silenzio, e l’idea del silenzio ci riporta alla parola. La notte è il momento della parola nel silenzio dell’anima.

Ma la notte è anche il vuoto, la voragine infinita sulla quale siamo sospesi. Il tempo si arresta, le nostre difese si abbandonano, la nostra umanità viene fuori nella sua paradossale primitività. La notte allora prende le sembianze del mare, scuro, quieto, in cui i riflessi lunari timidamente rischiarano quella fitta oscurità, annunciando al buio la complementarietà della luce.

Si adagiano le idee, si placano i fervori, prendono vita i bagliori della mente e la notte apre le porte all’onirico reame..."

sabato, novembre 26, 2005

Mantra

La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e trayati (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri.

Sostanzialmente consiste in una formula (una o più sillabe, o lettere o frasi), generalmente in Sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte al fine di ottenere un determinato effetto, principalmente a livello mentale, ma anche, seppur in maniera ridotta, a livello fisico ed energetico.

Esistono moltissimi mantra per gli scopi più diversi; la maggior parte sono in sanscrito, ma ne esistono anche in altre lingue. Il mantra più conosciuto è il mantra Om (AUM).

Il loro uso varia a seconda delle scuole spirituali o delle filosofie. Vengono principalmente utilizzati come amplificatori spirituali, parole e vibrazioni che inducono nei devoti una graduale concentrazione. I mantra vengono utilizzati anche per accumulare ricchezza, evitare pericoli, o eliminare nemici. I Mantra hanno origine in India all'interno dell'Induismo Vedico e nel Jainismo, popolari in diverse e moderne pratiche spirituali che si rifanno seppur in modo impreciso alle antiche pratiche delle religioni Orientali.

I Mantra sono considerati come suoni vibrazionali, a causa della grande enfasi che si pone alla loro corretta pronuncia ( grazie allo sviluppo della scienza fonetica, in India, migliaia di anni fa ). Il loro scopo è liberare la mente dalla realtà illusoria e dalle inclinazioni materiali. Il processo di ripetizione di un Mantra è definito cantilena.

fonte: WikiPedia
english version here

mercoledì, novembre 23, 2005

Il senso della vita

"Il senso della vita è l’opportunità che ogni uomo ha venendo al mondo
ma che ben pochi raccolgono e sviluppano"

A. Volpini
18 Marzo 1999



"Is there a meaning to human life, unrealized by most people?
What is our origin?
What is our destination?
What is our purpose?"

mlife.org



"Il senso della Vita lo si riscopre anche [...]
togliendo la polvere a quel sorriso troppe volte nascosto."

G. Roi



"Let's step back a moment...
Why do you want to know the meaning of life?"




http://www.google.com/search?q=meaning+of+life
http://www.google.it/search?q=senso+della+vita

MC Escher
Relativity, 1953
Nel culto deve essere ogni cosa gratuita e per il popolo;
non si deve privare i poveri di ciò che li consola nella loro povertà,
solo perchè sono poveri.

Napoleone Bonaparte

martedì, novembre 22, 2005


Kimiko Yoshida
The Bride Queen Of Saba, 2003
In un'intervista rilasciata al regista francese Francois Truffaut, il "re del brivido" Alfred Hitchcock spiegò così la differenza tra suspense e sorpresa:

«Noi stiamo parlando, c'è forse una bomba sotto questo tavolo e non accade niente di speciale; tutt'a un tratto: boom, l'esplosione. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi, gli è stata mostrata uan scena assolutamente priva di interesse. Ora veniamo alla suspense. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, perchè ha visto l'attentatore mentre la stava piazzando. Il pubblico sa anche che la bomba esploderà all'una e sa che è l'una meno un quarto (c'è un orologio nella stanza); la medesima conversazione insignificante diventa tutt'a un tratto interessante perchè il pubblico partecipa alla scena. Gli verrebbe da dire ai personaggi sullo schermo: "Non dovreste parlare, c'è una bomba sotto il tavolo che sta per esplodere da un momento all'altro". Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico 15 secondi di sorpresa al momento dell'esplosione. Nel secondo caso gli offriamo 15 minuti di suspense.»

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«There is a distinct difference between 'suspense' and 'surprise', and yet many pictures continually confuse the two. I'll explain what I mean.
We are now having a very innocent little chat. Let us suppose that there is a bomb underneath this table between us. Nothing happens, and then all of a sudden, 'Boom!' There is an explosion. The public is surprised, but prior to this surprise, it has seen an absolutely ordinary scene, of no special consequence. Now, let us take a suspense situation. The bomb is underneath the table, and the public knows it, probably because they have seen the anarchist place it there. The public is aware that the bomb is going to explode at one o'clock and there is a clock in the décor. The public can see that it is a quarter to one. In these conditions this same innocuous conversation becomes fascinating because the public is participating in the scene.
The audience is longing to warn the characters on the screen: 'You shouldn't be talking about such trivial matters. There's a bomb underneath you and it's about to explode!'
In the first case we have given the public fifteen seconds of surprise at the moment of the explosion. In the second case we have provided them with fifteen minutes of suspense. The conclusion is that whenever possible the public must be informed. Except when the surprise is a twist, that is, when the unexpected ending is, in itself, the highlight of the story».

domenica, novembre 20, 2005

Richard Grant
Senza mai fermarsi

«Per la prima volta i camionisti, i cowboy del circuito del rodeo che vanno dal Nebaska al Texas per cavalcare i tori brahma, i clandestini sui treni, le prostitute dei benzinai, le groupies che dai tempi dei Grateful Dead vivono attaccate alle popstar come il pesce pilota sta attaccato allo squalo, gli ex figli dei fiori ancora in movimento Aspettando California , i pensionati in camper che seguono l'andamento climatico delle stagioni e cercano l'estate tutto l'anno, sono visti in questo libro non dall'esterno, ma da uno di loro, tra di loro.
L'impressione che si ha leggendo queste pagine è quella che Hemingway aveva di Parigi e che chiamava “una festa mobile”. È naturalmente quasi impossibile che tutto quello che l'autore incontra sia una festa, ma il modo di viaggiare e soprattutto il modo di vedere le cose gli impediscono di sprofondare nella tragedia a buon mercato e nell'avventura picaresca a tutti i costi, come spesso avviene con altri scrittori alle prese con un tema del genere. Grant non viaggia per poi scrivere dei pezzi di colore, ma per dare un senso alla sua vita che identifica col viaggiare.
Senza mai fermarsi non è solo il titolo di un libro, è un modo di dare una risposta a tutti quelli che ti dicono dove lavorare, cosa fare, come partecipare e dove andare, mettendo una distanza fra sé e le richieste-obblighi della società… I personaggi del libro scelgono giorno per giorno qual è la loro way of escape , consapevoli che sono loro a decidere ogni giorno dove andare e cosa raggiungere e per quanto tempo…
Tutto questo ha come risultato un magnifico libro scritto con tecnica cinematografica e dialoghi che ricordano i film pulp di Tarantino…
con l'autore protagonista che riesce a campare con 25 dollari al giorno (vitto, sigarette, birra e benzina) e quando è proprio allo stremo intona la preghiera comune del reporter e dello scrittore: “c'è sempre una nuova storia in attesa da qualche parte”»

fonte della recensione

Henri Cartier-Bresson
France, Paris, Boulevard Diderot, 1968

sabato, novembre 19, 2005

"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana.
Della prima non sono ancora sicuro."

Albert Einstein

martedì, novembre 15, 2005

Ciao Papà