Lasciar perdere è fiducia, misericordia, rispetto della vita altrui. Lasciar vincere è presunzione. Se cerchi e riconosci solo la vittoria e durante la partita non ti diverti, sì… per me hai perso in partenza. Sono un libro e nell’attesa vivo la curiosità degli occhi, faccio baratto di carezze con le mani dei bambini, giro il mondo senza pagare il biglietto, ma diventandolo, non combatto battaglie perché non combatto guerre non mi regalo mi condivido. Anche dove non sembra la mia storia è anche la tua, gira con me girerai il mondo anche nel verso contrario. Sono nato per lasciar perdere, e vivere.
Vincenzo "Cinaski" Costantino
venerdì, novembre 27, 2015
martedì, novembre 24, 2015
venerdì, novembre 20, 2015
domenica, novembre 08, 2015
2654
Nel gelo del silenzio, l'unico rumore è quello delle parole che ti sbattono nel cervello.
Assordanti. Non trovano voce.
"2654".
Come a volerli esorcizzare, Sergej contava i passi che mancavano al rifugio. Per lui non erano né pochi né troppi. Contare era semplicemente un diversivo, una tattica per distogliere l'attenzione dal bianco schizofrenico della neve tutt'attorno.
"1980".
Nel pieno della tormenta, con la temperatura un paio di decine di gradi sotto lo zero, sembrava che il vento scagliasse nell'aria lame di ghiaccio. L'unica soluzione era dimenticare di avere un corpo e continuare.
"1239".
Era sfinito. Camminava da ore, probabilmente da giorni, fermandosi solo il necessario. Il piede sinistro gli doleva ed aveva iniziato a trascinarlo. Senza un rumore attorno, il suo passo era diventato uno strano ritmo che lo aiutava a scandire il tempo.
"515".
Con sé aveva solamente un Dragunov carico ed uno zaino, il primo colpevole del peso del secondo.
Il peso delle anime morte ammazzate.
Assordanti. Non trovano voce.
"2654".
Come a volerli esorcizzare, Sergej contava i passi che mancavano al rifugio. Per lui non erano né pochi né troppi. Contare era semplicemente un diversivo, una tattica per distogliere l'attenzione dal bianco schizofrenico della neve tutt'attorno.
"1980".
Nel pieno della tormenta, con la temperatura un paio di decine di gradi sotto lo zero, sembrava che il vento scagliasse nell'aria lame di ghiaccio. L'unica soluzione era dimenticare di avere un corpo e continuare.
"1239".
Era sfinito. Camminava da ore, probabilmente da giorni, fermandosi solo il necessario. Il piede sinistro gli doleva ed aveva iniziato a trascinarlo. Senza un rumore attorno, il suo passo era diventato uno strano ritmo che lo aiutava a scandire il tempo.
"515".
Con sé aveva solamente un Dragunov carico ed uno zaino, il primo colpevole del peso del secondo.
Il peso delle anime morte ammazzate.
martedì, novembre 03, 2015
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