Sono tempi bui.
Lo dicono tutti: stampa, televisione, sinistra, destra. Scrittori, attori, registi. La gente comune, i ricchi che non sanno che fare dei propri soldi ma se ne lamentano sempre, e quei pochi che ancora possiamo definire imprenditori. Le persone oneste, e quelle meno.
E intanto il Tempo, quello con la t maiuscola, passa indisturbato.
E me ne accorgo dalle piccole cose. Dal mutare lento dell'ambiente.
Oggi, per esempio, mi sono accorto di una cosa che mi ha turbato. Mia madre, che ho avanti da 26 anni a questa parte, che ogni tanto rompe quando mi chiama per ogni scemenza che le viene in mente, è venuta in stanza. Solo per i pochi istanti necessari a chiedermi una cosa e tornare in cucina. E in quegli istanti l'ho osservata con una oggettività che mi mancava da un pezzo. La ho rivista come se fossi mancato da casa da mesi, forse anni. Ho visto la stanchezza sul suo viso, con le rughe a testimoniare ogni evento trascorso.
Mi sono accorto più di ogni altra volta che il tempo se ne fotte, passa e basta.
E mi son chiesto come sarò tra venti anni.
E' dura.