Che prezzo hanno le emozioni?
domenica, dicembre 24, 2006
mercoledì, dicembre 20, 2006
Il destino gioca brutti scherzi, nei momenti meno adatti, senza neanche avvisare.
Ho mal di testa.
Non che non si sappia che ci siano momenti del genere; almeno, ci si aspetta un "minimo preavviso", un buon motivo per iniziare a mettersi l'anima in pace.
Ho mal di testa.
Farsene una ragione diventa il modo più inutile con cui sprecare neuroni ed energie. Non potendo spegnere il cervello ed anima a comando, però, succede di cadere nel limbo dei "se" e dei "ma" con poche vie d'uscita.
Ho mal di testa.
Alla fine si finisce con il dire una serie di ovvietà galattiche, ma è l'unica cosa che ti rimane. Dodici ore non bastano ad assimilare; l'impressione, però, è che ci vorrà parecchio tempo.
Ho mal di testa.
Non ho fatto in tempo a realizzare la mia nuova situazione, le prospettive, i nuovi problemi da affrontare. Mi è piombata sulla testa una realtà di granito dal sapore ferroso di sangue.
Ho mal di testa.
E un senso di nausea per questa vita del cazzo.
Grazie Nonna. Per quello che hai fatto prima e quello che potrai fare ora. Per tutte le mele sbucciate, le parole storpiate, le cazziate fatte ridendo, le piccole sistemazioni ai vestiti, i pranzi e le cene, e tutto il resto. Spero almeno di averti dato una soddisfazione ieri.
Salutami gli altri.
sabato, dicembre 16, 2006
“ il buio e l'attesa
hanno lo stesso colore ”
E di colori, attualmente, non ne vedo neanche mezzo.
E' tutta una confusione, un arcobaleno spento; come quando giochi con le tempere e a furia di mischiare ti ritrovi quella tinta indefinita, parente del nero.
Sono ancora in una fase di standby, in attesa di dare un senso ai dubbi che mi accompagnano in questo periodo.
Beh, se da un lato spero di fornire a me stesso delle risposte (valide), dall'altro considero la possibilità che ho di poter dimenticare, in gran parte della giornata, quello che mi frulla per la testa, dato che sono impegnato dalla mattina alla sera. Dopo? Dopo si vedrà.
venerdì, dicembre 15, 2006
giovedì, dicembre 07, 2006
sabato, novembre 25, 2006
giovedì, novembre 23, 2006
Come in una fotografia
mi vedo vecchio senza nostalgia
quante ferite che leggo in me
come lettere di sangue sul cuore
io vorrei per un momento
arrestare l'andare del tempo
regalarti un pò di felicità
non c'è niente che tu ti sia perso
per cercare il tuo posto nel mondo
un attimo di pura verità
nun ce penza' pienza a campa'
tutto chest' passa e se ne va
nun ce penza' chi te 'o ffa fa'
'a vita te sfiora e se ne va
è l'inganno della follia
aspettare un treno che ti porta via
ogni attimo che scivola
la tua vita scorre come un fiume nel mare
apri gli occhi ti accorgerai
di qualcosa che non hai visto mai
tutto ti appartiene già
i minuti diventeranno ore
nun ce penza' pienza a campa'
tutto chest' passa e se ne va
nun ce penza' chi te 'o ffa fa'
'a vita te sfiora e se ne va
tu vedrai che in un secondo
questo andare veloce del tempo
non spegnerà più la felicità
sarai come le foglie d'autunno
sempre a spasso a cavallo del tempo
nel cielo della tua realtà
nun ce penza' pienza a campa'
tutto chest' passa e se ne va
nun ce penza' chi te 'o ffa fa'
'a vita te sfiora e se ne va
nun ce penza' chi te 'o ffa fa'
'a vita te sfiora e se ne va
nun ce penza' pienza a campa'
tutto chest' passa e se ne va
nun ce penza' chi te 'o ffa fa'
'a vita te sfiora e se ne va
domenica, novembre 19, 2006
sabato, novembre 11, 2006
Dolci risvegli
dico al mio cuore, intanto che t'aspetto:
scordala che sarà cosa gentile.
ti vedo, e genoroso in uno e vile,
a te m'affretto.
So che per quanto alla mia vita
hai tolto, e per te stessa
dovrei odiarti.
ma poi altro che un bacio non so
darti quando t'ascolto.
quando t'ascolto parlarmi d'amore
sento che il male ti lasciava intatta
sento che la tua voce amara è fatta
per il mio cuore
martedì, novembre 07, 2006
domenica, novembre 05, 2006
Buona Domenica
s.f.
CO l’essere strafottente; atteggiamento strafottente e irriguardoso nei confronti degli altri: rispondere con s., avere un tono di s.
ar|ro|gàn|za
s.f.
CO atteggiamento presuntuoso e tracotante
e|go|ì|smo
s.m.
AU interesse quasi assoluto per se stessi: il suo e. l’ha reso insensibile
sabato, novembre 04, 2006
<< flashback <<
E ti chiedi "perchè?".
Ma non tutto ha un senso.
Probabilmente neanche questo post ne ha uno.
mercoledì, novembre 01, 2006
sabato, ottobre 28, 2006
:-°
che il nero sia nero
che uno e uno siano due
che la scienza dice il vero
dipende
e che siamo di passaggio come nuvole nell'aria
che si nasce e poi si muore
questa vita è straordinaria
dipende
dipende
da che dipende?
da che punto guardi il mondo tutto dipende
dipende
da che dipende?
da che punto guardi il mondo tutto dipende
Ma che bello questo amore
specialmente in primavera
che domani sorge il sole perchè siamo in agosto
dipende
e che più che passa il tempo
e più il vino si fa buono
e quest'onda fa su e giù
e ti porta giù e su
dipende
dipende
da che dipende?
da che punto guardi il mondo tutto dipende
dipende
da che dipende?
da che punto guardi il mondo tutto dipende
Non ho mai vissuto niente che mi piaccia come te
e non troverai nessuno che ti ami come me
dipende
e se tu dirai di si con il suono della voce
mi vedrai come morir inchiodato alla tua croce
dipende
dipende
a che dipende?
da che punto guardi il mondo tutto dipende
dipende
da che dipende?
da che punto guardi il mondo tutto dipende
mercoledì, ottobre 25, 2006
lunedì, ottobre 23, 2006
venerdì, ottobre 20, 2006
martedì, ottobre 17, 2006
domenica, ottobre 15, 2006
Vivere delle proprie convinzioni, poi, è quanto di peggio ci possa essere. Ancor più quando si fa finta - pur inconsapevolmente - di volere dimostrarsi aperti al dialogo, senza invece lasciare respiro al pensiero altrui. Per questo sono diretto (o tendo ad esserlo), nella speranza che altrettanto facciano con me gli altri.
Il risvolto della medaglia è - ahimè! - che alla fine sono io quello che sembra presuntuoso.
Non credo si cambi in meglio soltanto acquisendo la capacità di soprassedere, di "lasciar correre". Al contrario, reputo più utile scontrarsi; esprimersi fino in fondo serve a comprendersi, serve per arrivare ad accettare la persona che si ha di fronte per quello che è.
Ora che mi hanno distratto, ho perso la concetrazione.
Peccato, ero riuscito a trovare la vena "poetica" migliore per potermi esprimere.
PS: Nell'armadio ho un casino di abiti da buttare, ma ancora non l'ho fatto.
sabato, ottobre 14, 2006
venerdì, ottobre 13, 2006
Noi non abbiamo fatto la Guerra, non abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, non abbiamo votato il referendum per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia '90. Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava cio' che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sanno che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.
Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad
aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a fare la Maturità e i pionieri del 3+2...
Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon. Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero. Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in. Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono. Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.
Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Volutrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapa', i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale '82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l'Italia di quest'anno è la favorita...
L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi
della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
L'ultima generazione degli spinelli...
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi:
viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco ne' protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale. Non c'erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!
Mangiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite uno era grasso e fine. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si E' mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani! E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità , non in una chat dicendo :-) :-P :-D
Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
Tu sei uno di nostri? Congratulazioni!
mercoledì, ottobre 11, 2006
giovedì, ottobre 05, 2006
martedì, ottobre 03, 2006
domenica, ottobre 01, 2006
martedì, settembre 26, 2006
sabato, settembre 23, 2006
mercoledì, settembre 20, 2006
domenica, settembre 17, 2006
Tribute to Max Payne
Il passato è come un buco nero.
più corri, più questo cresce terribilmente alle tue spalle
e senti sfiorarti i talloni.
come uno specchio rotto.
Mentre lo metti insieme, ti tagli.
Un'immagine riflessa in continuo movimento:
e tu cambi con lei.
Potrebbe distruggerti,
farti diventare pazzo.
Ma potrebbe anche salvarti.
stai mentendo a te stesso.
Socchiudere le palpebre ti fa guardare nell’oscurità che hai dentro.
Il dramma di quando si vuole una cosa è la paura di perderla o non riuscire mai ad averla.
giovedì, settembre 14, 2006
Full throttle
di vivere la mia vita
sempre in pieno,
mai a metà.
di dire quello che penso
e fare ciò che voglio,
prendendomi ogni volta le mie responsabilità.
mercoledì, settembre 13, 2006
lunedì, settembre 11, 2006
domenica, settembre 10, 2006
domenica, settembre 03, 2006
sdraiarti per terra
e ascoltare i cd della tua vita.
traccia dopo traccia,
nessuna è andata persa,
tutte sono state vissute
e tutte in un modo o nell'altro servono per andare avanti.
non pentirti,
non giudicarti,
sei quello che sei
e non c'è niente di meglio al mondo.
pause, rewind, play,
e ancora,
e ancora,
e ancora
non spegnere mai il tuo campionatore:
continua a registrare,
a mettere insieme i suoni per riempire il caos che hai dentro.
...e se scenderà una lacrima quando le ascolti, beh,
non avere paura:
è come la lacrima di un fan che ascolta la sua canzone preferita.
radio caos - il tuo bpm
mercoledì, agosto 30, 2006
smettere almeno di crederci per davvero
e non essere più schiavi per lo meno
di un'idea come di un'altra, di un mistero
sembra che non sia possibile dimenticarsi di sè
e giudicandoci ognuno con gli altri
convincersi che
se non lo sai
buoni o cattivi
non è la fine
prima c'è il giusto o sbagliato
da sopportare
si può spegnere ogni tanto il cervello
smettere almeno di usare solo quello
si può far finta che non ci sia niente
anche quando ti tremano le gambe
sembra che non sia possibile dimenticarsi di sè
e giudicandoci ognuno diversi
convincersi che
se non lo sai
buoni o cattivi
non è la fine
prima c'è il giusto o sbagliato
da sopportare...
... che di per sè è maledetto
perchè divide
mentre qui tutto
dovrebbe solo unire
martedì, agosto 29, 2006
Pourras-tu le faire I'm lost...
Pourras-tu le dire
Tu dois tout essayer
Tu dois devenir
Tu dois voir plus loin
Tu dois revenir
Egaré en chemin
Tu verras le pire
Pour trouver le sud
Sans perdre le Nord
Après les certitures
Au-delà des bords
I'm lost but I'm not stranded yet
I'm lost but I'm not stranded yet
Dans les yeux des femmes
Dans la marie-jeanne
Dans la techno-cité
Pour manipulés
Grand combat de chairs
Colline enflammée
Dans l'ombre ou la lumière
Pôle halluciné
Pour courir ventre à terre
Brouillard et fumée
Consommer consumer
Recracher de l'air
Dans le dérisoire
Dans les accessoires
Dans le feu des possibles
Au coeur de la cible
Dans la paranoïa
Dans la schizophrénia
Un maniacopéra
Pharmacopérave
I'm lost but I'm not stranded yet
I'm lost but I'm not stranded yet
Entre les dérapages
Entre les lignes d'orages
Entre temps entre nous
Et entre chien et loup
Au maximum du voltage
A peine est passé le message
Au fil du rasoir
Encore une fois c'est la vie qui s'entête
Acharnée au-delà des images qu'on reflète
Chacal, charogne, chaman, sachem
Magie noire ou blanche inscrite à la Sacem
Des poumons d'or
Belphégor
Ici, maintenant, à la vie, à la mort
N'oublie pas ton sourire pour ce soir si tu sors
Un jury t'attend n'injurie pas le sort
Entre les dérapages
Entre les lignes d'orages
Entre temps entre nous
Et entre chien et loup
Au maximum du voltage
A peine est passé le message
Au fil du rasoir
Dans les corridors
Sur les baies vitrées
Des insectes écrasés
qui chechaient de l'or
Dans les ministères
Dans les monastères
Dans les avalanches
Au bout de la planche
Des combats d'autorité
Des conflits d'intérêts
Des types ignifugés
Veulent ma fusée
Des désenchanteurs
Un train à quelle heure
Des pirates des corsaires
Sans aucun repaire
Tu dois voir plus loin
Tu dois revenir
Tu dois tout essayer
Tu dois devenir
Tu dois devenir
Tu dois devenir
I'm lost but I'm not stranded yet
I'm lost but I'm not stranded yet
domenica, agosto 27, 2006
sabato, agosto 26, 2006
Tutti hanno sogni.
I have a dream that one day on the red hills of Georgia, the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood.
I have a dream that one day even the state of Mississippi, a state sweltering with the heat of injustice, sweltering with the heat of oppression, will be transformed into an oasis of freedom and justice.
I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin but by the content of their character.
I have a dream today!
I have a dream that one day, down in Alabama, with its vicious racists, with its governor having his lips dripping with the words of "interposition" and "nullification" -- one day right there in Alabama little black boys and black girls will be able to join hands with little white boys and white girls as sisters and brothers.
I have a dream today!
I have a dream that one day every valley shall be exalted, and every hill and mountain shall be made low, the rough places will be made plain, and the crooked places will be made straight; and the glory of the Lord shall be revealed and all flesh shall see it together.
giovedì, agosto 24, 2006
mercoledì, agosto 23, 2006
giovedì, agosto 17, 2006
lunedì, agosto 14, 2006
domenica, agosto 13, 2006
lunedì, luglio 31, 2006
lunedì, luglio 17, 2006
"I nostri desideri influenzano ciò che vediamo"
emozioni
pensieri&parole
IMMAGINI:
visioni notturne.
giovedì, luglio 13, 2006
venerdì, luglio 07, 2006
e altre che ti vengono a cercare.
Non le hai scelte e nemmeno le vorresti,
ma arrivano e dopo non sei più uguale.
A quel punto le soluzioni sono due:
o scappi cercando di lasciartele alle spalle
o ti fermi e le affronti.
Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia,
e tu puoi solo decidere se in bene o in male...
Giorgio Faletti
domenica, giugno 18, 2006
giovedì, giugno 15, 2006
martedì, maggio 02, 2006
sabato, aprile 22, 2006
domenica, aprile 16, 2006
lunedì, marzo 20, 2006
giovedì, gennaio 12, 2006
mercoledì, gennaio 04, 2006
A Declaration of the Independence of Cyberspace
We have no elected government, nor are we likely to have one, so I address you with no greater authority than that with which liberty itself always speaks. I declare the global social space we are building to be naturally independent of the tyrannies you seek to impose on us. You have no moral right to rule us nor do you possess any methods of enforcement we have true reason to fear.
Governments derive their just powers from the consent of the governed. You have neither solicited nor received ours. We did not invite you. You do not know us, nor do you know our world. Cyberspace does not lie within your borders. Do not think that you can build it, as though it were a public construction project. You cannot. It is an act of nature and it grows itself through our collective actions.
You have not engaged in our great and gathering conversation, nor did you create the wealth of our marketplaces. You do not know our culture, our ethics, or the unwritten codes that already provide our society more order than could be obtained by any of your impositions.
You claim there are problems among us that you need to solve. You use this claim as an excuse to invade our precincts. Many of these problems don't exist. Where there are real conflicts, where there are wrongs, we will identify them and address them by our means. We are forming our own Social Contract . This governance will arise according to the conditions of our world, not yours. Our world is different.
Cyberspace consists of transactions, relationships, and thought itself, arrayed like a standing wave in the web of our communications. Ours is a world that is both everywhere and nowhere, but it is not where bodies live.
We are creating a world that all may enter without privilege or prejudice accorded by race, economic power, military force, or station of birth.
We are creating a world where anyone, anywhere may express his or her beliefs, no matter how singular, without fear of being coerced into silence or conformity.
Your legal concepts of property, expression, identity, movement, and context do not apply to us. They are all based on matter, and there is no matter here.
Our identities have no bodies, so, unlike you, we cannot obtain order by physical coercion. We believe that from ethics, enlightened self-interest, and the commonweal, our governance will emerge . Our identities may be distributed across many of your jurisdictions. The only law that all our constituent cultures would generally recognize is the Golden Rule. We hope we will be able to build our particular solutions on that basis. But we cannot accept the solutions you are attempting to impose.
In the United States, you have today created a law, the Telecommunications Reform Act, which repudiates your own Constitution and insults the dreams of Jefferson, Washington, Mill, Madison, DeToqueville, and Brandeis. These dreams must now be born anew in us.
You are terrified of your own children, since they are natives in a world where you will always be immigrants. Because you fear them, you entrust your bureaucracies with the parental responsibilities you are too cowardly to confront yourselves. In our world, all the sentiments and expressions of humanity, from the debasing to the angelic, are parts of a seamless whole, the global conversation of bits. We cannot separate the air that chokes from the air upon which wings beat.
In China, Germany, France, Russia, Singapore, Italy and the United States, you are trying to ward off the virus of liberty by erecting guard posts at the frontiers of Cyberspace. These may keep out the contagion for a small time, but they will not work in a world that will soon be blanketed in bit-bearing media.
Your increasingly obsolete information industries would perpetuate themselves by proposing laws, in America and elsewhere, that claim to own speech itself throughout the world. These laws would declare ideas to be another industrial product, no more noble than pig iron. In our world, whatever the human mind may create can be reproduced and distributed infinitely at no cost. The global conveyance of thought no longer requires your factories to accomplish.
These increasingly hostile and colonial measures place us in the same position as those previous lovers of freedom and self-determination who had to reject the authorities of distant, uninformed powers. We must declare our virtual selves immune to your sovereignty, even as we continue to consent to your rule over our bodies. We will spread ourselves across the Planet so that no one can arrest our thoughts.
We will create a civilization of the Mind in Cyberspace. May it be more humane and fair than the world your governments have made before.
Davos, Switzerland, February 8, 1996