domenica, novembre 08, 2015

2654

Nel gelo del silenzio, l'unico rumore è quello delle parole che ti sbattono nel cervello.

Assordanti. Non trovano voce.


"2654".

Come a volerli esorcizzare, Sergej contava i passi che mancavano al rifugio. Per lui non erano né pochi né troppi. Contare era semplicemente un diversivo, una tattica per distogliere l'attenzione dal bianco schizofrenico della neve tutt'attorno.


"1980".

Nel pieno della tormenta, con la temperatura un paio di decine di gradi sotto lo zero, sembrava che il vento scagliasse nell'aria lame di ghiaccio. L'unica soluzione era dimenticare di avere un corpo e continuare.


"1239".

Era sfinito. Camminava da ore, probabilmente da giorni, fermandosi solo il necessario. Il piede sinistro gli doleva ed aveva iniziato a trascinarlo. Senza un rumore attorno, il suo passo era diventato uno strano ritmo che lo aiutava a scandire il tempo.


"515".

Con sé aveva solamente un Dragunov carico ed uno zaino, il primo colpevole del peso del secondo.
Il peso delle anime morte ammazzate.

Nessun commento:

Ciao Papà