giovedì, agosto 26, 2010

Un boato squarciò il silenzio della notte svegliando tutti.

Satana si presenta proprio quando meno te lo aspetti.

Tommy era fuori, di guardia, ma non fece in tempo ad accorgersi del bagliore dei razzi prima di avvisare gli altri.

Le mura tremarono, gracili come rami secchi.
Sembrava che l'intero edificio stesse per venire giù, era questione di attimi e prima o poi quel mostro di cemento li avrebbe inghiottiti.

Le emozioni deflagravano nell'anima. Era guerra fuori e dentro.

"Voglio tornare a casa voglio baciarla ancora assaporare le sue labbra e dirle che l'amo dirle che la adoro con tutto me stesso"

La rampa delle scale esterne cedette con un tonfo sordo.
Bisognava sbrigarsi. Prendere zaini e buttarsi giù, via dall'ingresso ovest.

"Voglio tornare da lei farle vedere come sia diversa la guerra quella vera."

I calcinacci iniziavano a fare danni.
Il sergente ringraziò il padreterno per avergli dato cinque centimetri in meno di altezza.
Un altro poco così, e sarebbe stato fottuto.
Cibo per topi.

"Non litighiamo più Johanne amiamoci voglio un figlio voglio una famiglia"

"CHE CAZZO STATE FACENDO LÌ IMPALATI? MUOVETE IL CULO, FUORI DA QUESTO BUCO!"

Un altro sibilo.

"Dio ti prego fa' che possa tornare a casa da lei con tutte e quattro le zampe al loro posto"

Un'altra esplosione.

"Non voglio morire non voglio morire non voglio"

Tommy cadde, battendo forte la testa.

Era tutto bianco avanti a lui.

Notava chiaramente qualcuno che gli parlava, ma lui non capiva. Non sentiva. Non riusciva.

Un fischio lo torturava.

Perse conoscenza.

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Ciao Papà